Coro della Cattedrale di Alife
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Preghiere del corista

I
O Padre, Creatore dell’universo,
Tu hai posto in ogni cosa il segno del tuo infinito amore
e hai donato alle creature l’impronta della tua bellezza.

Rendimi autentico cantore del tuo amore,
fa che con il mio canto sappia esprimere
un poco di quell’armonia sublime
che Tu hai posto in tutte le cose
e che muove il cielo e la terra
in quell’accordo mirabile che tutto abbraccia.

Fa che il mio canto sia sempre a servizio della tua lode,
che non mi vanti mai di questo dono,
che offra il mio servizio alla Chiesa senza alcuna vanità e superbia,
sapendo di assolvere un dovere d’amore verso Dio e i fratelli.

Metti nel mio cuore il canto nuovo
che sgorga dal cuore del Risorto,
e fa che, animato dal tuo Santo Spirito,
possa lodarti e farti lodare per la tua unica gloria,
vivendo nel servizio liturgico l’anticipo della liturgia celeste.

Te lo chiedo per Cristo Salvatore nostro,
causa e modello del nostro canto.
Amen.

(don Marco Frisina)
II
Signore,
vorrei saper cantare.
Non mi manca la voce,
conosco le melodie, anche le più belle,
le parole vengono dietro,
mi incanto ad un concerto,
corro ad ascoltare le canzoni di oggi,
non disdegno quelle antiche, magari a più voci.

Ma, in realtà, più canto e più mi accorgo
che non so cantare.
Non è questione di prove, di accordo,
di direzione o di accompagnamenti.
È questione di cuore.
A cantare non bastano parole e suoni,
vocalizzi e controcanti, pause o accelerazioni,
ci vuole qualcosa in più,
un La che viene da lontano, dal profondo.

Cantare è un’esplosione del cuore,
che leggero sale su, lungo la trachea,
sino alla gola, come l’arpa di Davide.

Cantare Te, Signore,
è possibile solo se il cuore gioisce di Te,
pensa Te, riposa in Te, sente Te,
si inventa mille modi per cantarti a tutti gli uomini,
di generazione in generazione,
lungo lo scorrere del tempo che va via veloce,
così come scivolano le mani di un organista esperto sulla tastiera.

Cantare Te, è scoprirsi non a solo,
ma armonia, sinfonia della vita,
nella schola vitae che è la creazione,
composizione delle tue mani, Padre,
nella schola Christi che è la Chiesa,
opera fuoriuscita dal tuo costato, o Figlio.

Con essa, con gioia, anche io ti chiedo
lo Spirito, Divino Concertatore,
che rallegra il cuore dell’uomo
e suscita, inconfondibile, la lode di Dio
e alimenta la letizia dei fratelli
Amen.

(don Emilio Salvatore)
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