Il canto di offertorio (1)
Dopo la Liturgia della parola l'assemblea è ben disposta per entrare nella Liturgia Eucaristica, punto più alto della Messa. [...]
È il momento della preparazione dei doni. Non va appesantito né enfatizzato eccessivamente. È un canto processionale che ha senso se si effettua la processione dei doni. È un tempo in cui si può dare spazio all'organo o a un canto polifonico della schola, sia in latino che in italiano. Naturalmente il canto non può protrarsi ben oltre la conclusione dello stesso rito, costringendo il sacerdote a stare fermo per parecchi minuti; ma nemmeno aver fretta di tagliare il brano strumentale o corale, per paura di sforare di qualche attimo. Il tutto deve svolgersi con una diligente regia, attenta al segmento rituale in questione, senza alcuna ridondanza dr elementi a scapito della essenzialità propria di questo rito.
Gelineau paragona questo canto al Cherubikon della liturgia bizantina, detto anche la 'grande entrata' in cui si entra nell'azione eucaristica. Il popolo che offre è paragonato ai cherubini che accompagnano il Cristo che si offre al padre.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 78-79)
È il momento della preparazione dei doni. Non va appesantito né enfatizzato eccessivamente. È un canto processionale che ha senso se si effettua la processione dei doni. È un tempo in cui si può dare spazio all'organo o a un canto polifonico della schola, sia in latino che in italiano. Naturalmente il canto non può protrarsi ben oltre la conclusione dello stesso rito, costringendo il sacerdote a stare fermo per parecchi minuti; ma nemmeno aver fretta di tagliare il brano strumentale o corale, per paura di sforare di qualche attimo. Il tutto deve svolgersi con una diligente regia, attenta al segmento rituale in questione, senza alcuna ridondanza dr elementi a scapito della essenzialità propria di questo rito.
Gelineau paragona questo canto al Cherubikon della liturgia bizantina, detto anche la 'grande entrata' in cui si entra nell'azione eucaristica. Il popolo che offre è paragonato ai cherubini che accompagnano il Cristo che si offre al padre.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 78-79)