Kyrie eleison (1)
Non è un canto di natura penitenziale, è invece, come dice il Messale, un canto con cui il popolo acclama il Signore e chiede la sua misericordia. E un'espressione greca, e si è conservata inalterata in tale lingua; vuol essere il riconoscimento che Cristo Gesù, il risorto, il trionfatore della morte, è davvero il Signore a cui si devono onore, potere e gloria.
Non è facile situare e realizzare bene il Kyrie. C'è il rischio di una certa abbondanza di interventi cantati in questi riti di introduzione, se si vuole cantare il canto d'ingresso, il Kyrie e il Gloria.
La soluzione va trovata in una gradualità degli interventi musicali, privilegiando ora I'uno ora l'altro a seconda dei tempi liturgici mettendo, per esempio, l'accento sulla preparazione penitenziale durante la Quaresima e sottolineando, invece, durante il tempo di Pasqua un chiaro colore pasquale, con l'invocazione a Cristo come vincitore del peccato e della morte.
La 'forma musicale' da utilizzare è quella binaria: l'assemblea risponde all'invocazione cantata dal solista o dal coro; ma il Messale prevede anche I'utilizzo della triplice invocazione, per esigenze musicali.
Se si utilizza la terza formula, è opportuno che anche t tropi siano cantati da un solista, in modo che la risposta del popolo sia più efficace e più precisa.
Qualche volta il Kyrie potrebbe essere utilizzato come canto d'entrata della Messa: il solista o il coro cantano le invocazioni e i l popolo risponde con il Kyrie; tale esecuzione litanica, forma molto semplice e popolare di preghiera, può aiutare i singoli fedeli a riconoscersi come comunità radunata, predisponendo gli animi alla celebrazione.
Una questione pratica: è possibile recuperare e utilizzare nella celebrazione tanti Kyrie eleison scritti da autori del passato molto noti? La risposta è negativa; non è possibile l'utilizzo di tali melodie perché, come forma musicale, ubbidivano ad altre norme celebrative: infatti, sia per la durata, a volte eccessiva, sia per la difficoltà delle parti vocali, quasi sempre a più voci, che escludono di fatto I'intervento dell'assemblea; sia per la forma musicale che quasi mai è simile a una litania, è molto problematico un utilizzo indiscriminato di tali musiche del passato.
È possibile invece utilizzarle efficacemente, con enorme vantaggio spirituale, in concerti spirituali e come brani di ascolto durante alcune celebrazioni della Parola.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 27-28)
Non è facile situare e realizzare bene il Kyrie. C'è il rischio di una certa abbondanza di interventi cantati in questi riti di introduzione, se si vuole cantare il canto d'ingresso, il Kyrie e il Gloria.
La soluzione va trovata in una gradualità degli interventi musicali, privilegiando ora I'uno ora l'altro a seconda dei tempi liturgici mettendo, per esempio, l'accento sulla preparazione penitenziale durante la Quaresima e sottolineando, invece, durante il tempo di Pasqua un chiaro colore pasquale, con l'invocazione a Cristo come vincitore del peccato e della morte.
La 'forma musicale' da utilizzare è quella binaria: l'assemblea risponde all'invocazione cantata dal solista o dal coro; ma il Messale prevede anche I'utilizzo della triplice invocazione, per esigenze musicali.
Se si utilizza la terza formula, è opportuno che anche t tropi siano cantati da un solista, in modo che la risposta del popolo sia più efficace e più precisa.
Qualche volta il Kyrie potrebbe essere utilizzato come canto d'entrata della Messa: il solista o il coro cantano le invocazioni e i l popolo risponde con il Kyrie; tale esecuzione litanica, forma molto semplice e popolare di preghiera, può aiutare i singoli fedeli a riconoscersi come comunità radunata, predisponendo gli animi alla celebrazione.
Una questione pratica: è possibile recuperare e utilizzare nella celebrazione tanti Kyrie eleison scritti da autori del passato molto noti? La risposta è negativa; non è possibile l'utilizzo di tali melodie perché, come forma musicale, ubbidivano ad altre norme celebrative: infatti, sia per la durata, a volte eccessiva, sia per la difficoltà delle parti vocali, quasi sempre a più voci, che escludono di fatto I'intervento dell'assemblea; sia per la forma musicale che quasi mai è simile a una litania, è molto problematico un utilizzo indiscriminato di tali musiche del passato.
È possibile invece utilizzarle efficacemente, con enorme vantaggio spirituale, in concerti spirituali e come brani di ascolto durante alcune celebrazioni della Parola.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 27-28)