Il silenzio

Si è tanto scritto e parlato sul 'sacro silenzio'. Dovrebbe diventare lo spazio dove tutto si muove e accade. In un mondo rumoroso con un'attività umana frenetica, le nostre liturgie devono offrire una zona protetta di pace e di silenzio, dove il Signore possa dialogare con il suo popolo. [...]
Come è possibile celebrare senza una pausa, un attimo di respiro, preoccupati di un ritmo verbale continuo e ininterrotto? Il Messale, nel numero prima citato, dà le interpretazioni giuste al silenzio che è previsto nei vari momenti: c'è il silenzio che diventa raccoglimento, il silenzio che diventa meditazione, ii silenzio che è preghiera interiore e lode. Lo stesso tacere che si colora di significati diversi, Ma anche gesti e movimenti dovrebbero essere saturi di silenzio e di calma.
Molto opportuno anche il richiamo all'osservanza del silenzio nella sagrestia e nei luoghi adiacenti. Si è passati dalla sacralità delle sagrestie che, con la bellezza del loro artistico arredo, quasi imponevano il silenzio e il raccoglimento, alle sagrestie odierne in cui regna la confusione e il chiasso.
Occorre uno stacco dalla strada, il recupero di una dimensione spirituale e interiore nelle nostre liturgie; il silenzio è una strada maestra per recuperare la profondità del mistero che si sta celebrando.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 90-91)
«Diventiamo sempre più chiaramente consapevoli che la liturgia implica anche il tacere. Al Dio che parla noi rispondiamo cantando e pregando, ma il mistero più grande, che va al di là di tutte le parole, ci chiama anche a tacere. Deve essere indubbiamente un silenzio pieno, più che un’assenza di parole e di azione. Dalla liturgia noi ci aspettiamo proprio che essa ci dia il silenzio positivo in cui noi troviamo noi stessi»
(Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, p. 205).
Come è possibile celebrare senza una pausa, un attimo di respiro, preoccupati di un ritmo verbale continuo e ininterrotto? Il Messale, nel numero prima citato, dà le interpretazioni giuste al silenzio che è previsto nei vari momenti: c'è il silenzio che diventa raccoglimento, il silenzio che diventa meditazione, ii silenzio che è preghiera interiore e lode. Lo stesso tacere che si colora di significati diversi, Ma anche gesti e movimenti dovrebbero essere saturi di silenzio e di calma.
Molto opportuno anche il richiamo all'osservanza del silenzio nella sagrestia e nei luoghi adiacenti. Si è passati dalla sacralità delle sagrestie che, con la bellezza del loro artistico arredo, quasi imponevano il silenzio e il raccoglimento, alle sagrestie odierne in cui regna la confusione e il chiasso.
Occorre uno stacco dalla strada, il recupero di una dimensione spirituale e interiore nelle nostre liturgie; il silenzio è una strada maestra per recuperare la profondità del mistero che si sta celebrando.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 90-91)
«Diventiamo sempre più chiaramente consapevoli che la liturgia implica anche il tacere. Al Dio che parla noi rispondiamo cantando e pregando, ma il mistero più grande, che va al di là di tutte le parole, ci chiama anche a tacere. Deve essere indubbiamente un silenzio pieno, più che un’assenza di parole e di azione. Dalla liturgia noi ci aspettiamo proprio che essa ci dia il silenzio positivo in cui noi troviamo noi stessi»
(Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, p. 205).