La Colletta e l'Amen
Pochi dei nostri fedeli domenicali sanno che con l'Amen si concludono i riti di introduzione.
Con I'Amen I'assemblea ratifica la
preghiera fatta dal celebrante a nome di tutti; ma, molte volte, la sua realizzazione
«è il momento più debole dei rito di inizio, mentre dovrebbe esserne il culmine
e il coronamento» (J. Gelineau).
È .una parola ebraica, familiare a tutti; esprime un assenso, una conferma «va bene, sia pure, come vuoi».
È sempre una parola forte, una parola carica di intensità. Dire Amen significa impegnarsi, mettere la firma, fare quasi un giuramento. [...]
La preghiera del celebrante viene recitata, assume così più impatto e più immediatezza: ma per dare forza all'Amen, è necessario che egli canti la conclusione «Per il nostro Signore [...]» oppure canti soltanto la parte finale «[...] per tutti i secoli dei secoli»; tale imbeccata cantata susciterà una risposta altrettanto forte e incisiva e non soltanto biascicata. Cantato con due semplici note sui due monosillabi, diventa una esecuzione troppo debole; invece, è possibile ripeterla e arricchirla con altre voci del coro: acquista così maggiore solennità ed esprime meglio la ratifica e la chiusura dei riti di introduzione.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 32-33)
È .una parola ebraica, familiare a tutti; esprime un assenso, una conferma «va bene, sia pure, come vuoi».
È sempre una parola forte, una parola carica di intensità. Dire Amen significa impegnarsi, mettere la firma, fare quasi un giuramento. [...]
La preghiera del celebrante viene recitata, assume così più impatto e più immediatezza: ma per dare forza all'Amen, è necessario che egli canti la conclusione «Per il nostro Signore [...]» oppure canti soltanto la parte finale «[...] per tutti i secoli dei secoli»; tale imbeccata cantata susciterà una risposta altrettanto forte e incisiva e non soltanto biascicata. Cantato con due semplici note sui due monosillabi, diventa una esecuzione troppo debole; invece, è possibile ripeterla e arricchirla con altre voci del coro: acquista così maggiore solennità ed esprime meglio la ratifica e la chiusura dei riti di introduzione.
(Antonio Parisi, in "Lodate Dio nel suo santuario", Stilo Editrice, 2007, pp. 32-33)