Canto e liturgia
I fedeli, che si radunano nell'attesa della venuta del loro Signore, sono esortati dall'apostolo a cantare insieme salmi, inni e cantici spirituali (cfr. Col 3,16). Infatti il canto è segno della gioia del cuore (cfr. At 2,46). Perciò dice molto bene sant'Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama», e già dall'antichità si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte».
Nella celebrazione della Messa si dia quindi grande importanza al canto, ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità di ciascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessario, per esempio nelle Messe feriali, cantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, si deve comunque fare in modo che non manchi il canto dei ministri e del popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di precetto.
Nella scelta delle parti destinate al canto, si dia la preferenza a quelle di maggior importanza, e soprattutto a quelle che devono essere cantate dal sacerdote, dal diacono o dal lettore con la risposta del popolo, o dal sacerdote e dal popolo insieme. (Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 39-40)
Approfondimento
«Nella liturgia il canto è un segno di natura sacramentale. Con tutti gli altri segni sacramentali propri dell'azione liturgica (parola, assemblea, gesti e movimenti ecc.) anche il canto mostra, produce e annuncia la salvezza operata da Cristo in una comunità e per mezzo di essa».
(A. Onisto, Canto e musica sacra nella liturgia: indicazioni pastorali. Lettera pastorale del 29 settembre 1974, ElleDiCi, Torino, pp. 5-6)
Nella celebrazione della Messa si dia quindi grande importanza al canto, ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità di ciascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessario, per esempio nelle Messe feriali, cantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, si deve comunque fare in modo che non manchi il canto dei ministri e del popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di precetto.
Nella scelta delle parti destinate al canto, si dia la preferenza a quelle di maggior importanza, e soprattutto a quelle che devono essere cantate dal sacerdote, dal diacono o dal lettore con la risposta del popolo, o dal sacerdote e dal popolo insieme. (Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 39-40)
Approfondimento
«Nella liturgia il canto è un segno di natura sacramentale. Con tutti gli altri segni sacramentali propri dell'azione liturgica (parola, assemblea, gesti e movimenti ecc.) anche il canto mostra, produce e annuncia la salvezza operata da Cristo in una comunità e per mezzo di essa».
(A. Onisto, Canto e musica sacra nella liturgia: indicazioni pastorali. Lettera pastorale del 29 settembre 1974, ElleDiCi, Torino, pp. 5-6)