Il volantino del programma
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Un simpatico video che la Parrocchia ha preparato per la festa di San Sisto di quest'anno.
Il canto che canteremo durante il novenario
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LA PREGHIERA A SAN SISTO I PER IL 2022
Sisto, discepolo fedele di Gesù, nostro Maestro e nostro Redentore, tu conoscesti il tempo della tribolazione: le avversità, le persecuzioni; ma anche le attese infinite di salvezza dell’uomo del tuo tempo e di tutti i tempi. Noi solleviamo lo sguardo verso di te, divenuto scompagno del nostro cammino da oltre 890 anni, e cogliamo nella tua immagine la trasparenza del Bel Pastore che vive per il suo gregge. Il tuo braccio levato in segno di benedizione ci invita a capire che senza il dono del Padre non riusciremo a trovarci come fratelli. La croce tra le tue mani ci dice che senza il dono del Figlio di Dio non riusciremo a ritrovare salvezza e gioia di vivere; la palma del tuo martirio ci ricorda che senza la forza dello Spirito non ci realizzeremo come singoli e come comunità. Non stancarti mai, o Sisto, di ridire sempre e ancora a questo piccolo lembo di terra, circondato da fragili mura, che solo camminando insieme con Dio e con gli uomini e le donne del nostro tempo potremo risorgere a vita nuova. Amen. |
IL TEMA DEL NOVENARIO
Carissime e carissimi fedeli, chissà quante volte abbiamo guardato l'immagine del nostro patrono San Sisto I, papa e martire, forse però solo con sguardo veloce e superficiale. Abbiamo pensato, perciò, insieme con il Consiglio Pastorale di invitare tutti alla contemplazione di questa veneranda immagine, cara a tutti noi, per poter cogliere quasi in trasparenza i tratti del Signore Gesù e quindi anche del cristiano, il cui stile di vita è l'unica risposta alle storture delle nostre realtà contemporanee. Ripartiamo da Cristo, mirabilmente riproposto nella persona di Sisto! Ripartiamo dalla sua testimonianza di amore e di autenticità per rinnovare la nostra fede e ritrovare le ragioni del nostro impegno familiare, professionale, casalingo, personale e comunitario, ecclesiale e civile. Certi che apprezzerete tale scelta, vi aspettiamo numerosi, piccoli e grandi, per poter vivere un'esperienza di crescita umana, riflettendo, contemplando, celebrando e testimoniando il segreto della vita, ossia il vangelo, per cui Sisto diede la vita. Buona festa! Il Comitato e il Parroco |
DIARIO DI BORDO
1 agosto 2022
ore 11:00 Concelebrazione presieduta da S.E. Mons. Giacomo Cirulli. Al termine, intronizzazione dell'effigie del Santo patrono.
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il volto paterno, ad immagine del Padre"
al termine, Novena tradizionale
ore 11:00 Concelebrazione presieduta da S.E. Mons. Giacomo Cirulli. Al termine, intronizzazione dell'effigie del Santo patrono.
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il volto paterno, ad immagine del Padre"
al termine, Novena tradizionale
LE CELEBRAZIONE DELLE 11:00
Ripartiamo da Sisto cioè ripartiamo da Cristo nella trasparenza di un'immagine.
Il Vescovo Mons. Cirulli durante l'omelia:
"Sisto annunciava il Vangelo, la verità davanti a tutti. E quella verità l'ha pagata con la vita, con il martirio. Sull'esempio di San Sisto siamo chiamati a celebrare la misericordia di Dio. Siamo cristiani davvero? Siamo davvero discepoli di Gesù cristo? San Sisto amava Dio e amava il prossimo. Coraggio fratelli e sorelle, questo mondo non ama molto i cristiani. Coloro che vivono il vangelo danno fastidio, passano un martirio quotidiano. Coraggio, mettiamo in pratica la Parola di Dio."
"Sisto annunciava il Vangelo, la verità davanti a tutti. E quella verità l'ha pagata con la vita, con il martirio. Sull'esempio di San Sisto siamo chiamati a celebrare la misericordia di Dio. Siamo cristiani davvero? Siamo davvero discepoli di Gesù cristo? San Sisto amava Dio e amava il prossimo. Coraggio fratelli e sorelle, questo mondo non ama molto i cristiani. Coloro che vivono il vangelo danno fastidio, passano un martirio quotidiano. Coraggio, mettiamo in pratica la Parola di Dio."
LA CELEBRAZIONE DELLE 19:30
La riflessione di stasera è stata tenuta da don Emilio Salvatore.
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Le immagini che hanno guidato la riflessione.
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Don Emilio Salvatore durante l'omelia:
Il volto di Sisto: un volto venerando, un padre che ha autorevolezza e dignità. Il Padre è l'oggetto di tutta la predicazione di Gesù perché Dio come padre non è scontato.
Si parla di Dio sempre come uno che punisce. In realtà il padre è uno che educa, che corregge con amore. I padri non esistono più nella nostra società; nella crescita di una comunità manca la figura del padre che è uno che deve saper dire "no", che rappresenta il punto di riferimento dell'autorevolezza, che rappresenta il giusto e il bene. Le regole nascono dalla figura paterna.
La fine della figura paterna è anche la fine del senso di Dio .
San Sisto ci ricorda l'immagine che Gesù ci ha comunicato: l'immagine di Dio Padre, rappresentato sempre come un anziano con la barba lunga ma che è forte e regge il mondo. Autorevole ma misericordioso
Il volto di Sisto: un volto venerando, un padre che ha autorevolezza e dignità. Il Padre è l'oggetto di tutta la predicazione di Gesù perché Dio come padre non è scontato.
Si parla di Dio sempre come uno che punisce. In realtà il padre è uno che educa, che corregge con amore. I padri non esistono più nella nostra società; nella crescita di una comunità manca la figura del padre che è uno che deve saper dire "no", che rappresenta il punto di riferimento dell'autorevolezza, che rappresenta il giusto e il bene. Le regole nascono dalla figura paterna.
La fine della figura paterna è anche la fine del senso di Dio .
San Sisto ci ricorda l'immagine che Gesù ci ha comunicato: l'immagine di Dio Padre, rappresentato sempre come un anziano con la barba lunga ma che è forte e regge il mondo. Autorevole ma misericordioso
2 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Lo sguardo penetrante: ad immagine dello Spirito"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Lo sguardo penetrante: ad immagine dello Spirito"
al termine, Novena tradizionale
ORE 10:30 - CATTEDRALE
Stamattina, i ragazzi del GrEst di Azione Cattolica hanno vissuto insieme a don Pasqualino, don Emilio e ai loro animatori la "Giornata del Perdono di Assisi". Dopo essere arrivati attraverso le strade del paese sul sagrato della Cattedrale, i ragazzi sono stati invitati a varcare la porta della Cattedrale, segno di Cristo che è la porta della gioia e dell'amicizia che perdona. In Cattedrale, hanno vissuto una bellissima esperienza che li ha portati a conoscere la figura di Francesco di Assisi attraverso un percorso fatto di racconto, immagini e canto e il significato della giornata. Al termine, sono stati guidati ad una visita alla scoperta della Cattedrale, della sua storia e del suo legame con il patrono San Sisto I. |
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LA CELEBRAZIONE DELLE 19:30
Don Emilio Salvatore durante l'omelia:
Quante paure bloccano la nostra vita. Gesù è venuto a liberarci da questa paura. Ascoltare la parola di Gesù ci libera dalla paura, senza ignorarla. San Sisto è vissuto in un'epoca in cui c'erano grandi intellettuali, filosofi e uomini di cultura, ma le loro parole non erano parole forti, di grazia, come quelle che san Sisto, a nome di Gesù, a nome del vangelo ha portato nel suo mondo [...] Guardiamo le labbra del nostro patrono in trasparenza. Vediamo le labbra di Gesù che portano parole di grazia alla mia vita, e sono parole che vogliono rendere bella, nuova, santa la mia vita. |
Le immagini che hanno guidato la riflessione.
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3 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Lo sguardo penetrante: ad immagine dello Spirito"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Lo sguardo penetrante: ad immagine dello Spirito"
al termine, Novena tradizionale
LA CELEBRAZIONE DELLE 19:30
Don Emilio Salvatore durante l'omelia:
Lo sguardo di San Sisto è uno sguardo penetrante, che in qualche va oltre le emozioni della gioia, della tristezza, della preoccupazione. È o sguardo che fissa in profondità, uno sguardo ad immagine dello Spirito Santo. [...] Dio sa quello che siamo, sa che siamo deboli, ma lo sguardo penetrante che viene dallo Spirito Santo dice: non temere, non è la tua debolezza che ti impedirà di conoscere Dio. [...] I santi guardavano il mondo con gli occhi di Dio. San Sisto non aveva una Chiesa perfetta, ma guardava il mondo con lo sguardo dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo sussurrava a San Sisto, sussurra a papa Francesco, sussurra a noi: non guardare la tua terra, la tua diocesi, la Chiesa con gli occhi del mondo. Guarda con gli occhi di Dio, con gli occhi dello Spirito Santo. Fai la tua parte, dai la tua testimonianza. Il resto lo farà Dio, lo Spirito Santo, artefice del cammino della storia. |
Le immagini che hanno guidato la riflessione.
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4 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La mano benedicente: nella dimensione della cura pastorale"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La mano benedicente: nella dimensione della cura pastorale"
al termine, Novena tradizionale
LA CELEBRAZIONE DELLE 19:30
Dalla riflessione di don Carmelo Torcivia, docente presso la facoltà teologica dell'Italia meridionale - sezione San Luigi, che per tre serate guiderà la celebrazione del novenario.
Il gesto benedicente di San Sisto richiama la cura pastorale.
La pastorale, intesa come prendersi cura, nella logica della benedizione, è avere la capacità di essere tutti rigenerati.[...]
La nostra identità è quella di essere figli, figli di nostro padre e nostra madre, e figli di Dio.
Il gesto benedicente di San Sisto richiama la cura pastorale.
La pastorale, intesa come prendersi cura, nella logica della benedizione, è avere la capacità di essere tutti rigenerati.[...]
La nostra identità è quella di essere figli, figli di nostro padre e nostra madre, e figli di Dio.
5 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La croce patriarcale: nella logica del sacrificio come dono"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La croce patriarcale: nella logica del sacrificio come dono"
al termine, Novena tradizionale
Dall'omelia di don Carmelo Torcivia
San Sisto porta una croce con tre braccia: la croce patriarcale. Cosa può significare oggi portare la croce e rinnegare sé stessi? Bisogna sgombrare il campo dalla concezione dolorifica della croce. La croce ha rappresentato per secoli il segno della sofferenza umana. Ma Gesù non va alla ricerca della sofferenza: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". La croce rappresenta il donarsi agli altri fino alla pienezza, fino in fondo. Quando siamo nella logica del dono, ci sono dei momenti in cui capiamo che dobbiamo vivere il nostro auto-donarci agli altri fino in fondo, anche con logiche che a volte sono di sacrificio, di sofferenza, di rinuncia, ma non perché siamo masochisti, ma perché il nostro donarci agli altri vada fino alla pienezza, fino in fondo. Gesù è colui che ci rivela il Padre. La croce diventa momento di rivelazione dell'identità di Dio e per questo porta molto frutto. E questo diventa un dato importante anche per le nostre morti. Anche se ci sono morti che sono senza senso. |
Le immagini che hanno guidato la riflessione.
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6 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La palma del martirio: con la forza della testimonianza"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La palma del martirio: con la forza della testimonianza"
al termine, Novena tradizionale
Dall'omelia di Don Carmelo Torcivia
Il tema di quest'oggi è "La Palma del martirio: con la forza della testimonianza". Nella statua del nostro Patrono SISTO, oltre ad avere la Croce, una croce che dice, racconta la sua cura pastorale e la sua benedizione alla sua città, abbiamo la PALMA DEL MARTIRIO. La palma significa IMMORTALITÀ. Quando si dice la Palma del Martirio significa che si procura l'immortalità. Colui che viene ucciso nel nome di Cristo, apparentemente è colui che ha perso; invece rimane immortale, fedele fino alla fine. Il Martirio è un atto di estrema testimonianza che i cristiani possono dare. Testimonianza è un lavoro che ha a che fare con l'occhio e con le orecchie. Il testimone riporta fedelmente quello che ha sentito e ha visto. È la sua deontologia professionale. Gli apostoli hanno visto Gesù. Agli inizi della storia cristiana la testimonianza è stata completa e perfetta. Hanno visto il Maestro, hanno vissuto con lui. Alcuni di loro hanno dato la vita per questa testimonianza. Noi che non abbiamo visto Gesù Cristo, come possiamo dire di essere testimoni ? Leggere la Bibbia significa entrare in contatto con il Signore Gesù grazie allo Spirito Santo. Questo comporta una parola: INTIMITÀ. Tra me e Dio, tra me e Gesù, tra me e lo Spirito Santo, c'è un rapporto di INTIMITÀ, un rapporto importante, decisivo. Sono quei rapporti che troviamo nella famiglia, nell'amicizia, nel rapporto amoroso. Non è un rapporto che pratichiamo con tutti. A questo punto l'intimità è la forma più alta di conoscenza di una persona e ho superato l'ostacolo di non aver conosciuto Gesù nella sua vita ma realizzo un rapporto autentico e vero attraverso la Parola. San Paolo non ha conosciuto Gesù eppure ne è diventato testimone. È possibile essere testimoni di Cristo? Si! Accettando la scommessa dell'intimità. |
Le immagini che hanno guidato la riflessione.
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7 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La tiara: nella logica del servizio ecclesiale"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "La tiara: nella logica del servizio ecclesiale"
al termine, Novena tradizionale
La celebrazione di questa sera vede anche la partecipazione dei ragazzi e gli animatori del GrEst di Azione Cattolica che si conclude oggi.
Dall'omelia di don Gianni Branco, parroco della parrocchia della Cattedrale di Capua Sembra che viviamo nella notte. Le tenebre ci sovrastano, tutto sembra buio intorno a noi. Eppure diceva la prima lettura NELLA NOTTE SIAMO IN ATTESA DELLA LIBERAZIONE. Dio apre per noi un orizzonte di luce. Nel cuore della notte noi vogliamo attendere la luce. Gesù è la luce del mondo. Nessuno può darci una speranza come Lui. Giona era stato chiamato da Dio; scappa però di fonte alla chiamata di Dio. Delle volte facciamo come Giona: fuggiamo via lontano. Il Signore, però, non si arrende. |
Coloro che servono la Sua Parola riceveranno un premio, coloro che saranno pronti a mettere la vita al servizio dei propri fratelli. Li farà mettere seduti e passerà egli stesso a servirli.
Il primo piatto è la Parola di Dio. Il Secondo piatto è l'Eucaristia. Ogni volta che celebriamo la Messa è come se anticipassimo il banchetto del cielo. Oggi il Signore è qui, nel cuore della notte lui viene a liberarci.
Questa sera ci soffermiamo sulla TIARA.
La TIARA è il copricapo del Papa. Fino a Paolo VI era il copricapo che veniva utilizzato nel giorno della incoronazione del Papa. Se la si guarda con attenzione, su questo cappello ci sono tre corone. Il Papa, secondo il rituale di San Pio X, veniva incoronato tre volte re: Padre dei Principi e dei re, rettore del mondo e vicario di Cristo in terra. La tiara era il segno della regalità del Papa.
Perché contempliamo la tiara? Cosa significa per il Papa essere re? Cosa significa per il cristiano essere re? Tutti siamo re, dal giorno del nostro battesimo. Dice Gesù che il modo di regnare del Cristiano è il servizio. REGNA CHI SERVE. Il servizio è una grazia speciale che non può essere messa da parte. Sarà chiesto il dono del Servizio. Per poter servire bene bisogna mettere in campo la nostra vita. Noi serviamo bene quando mettiamo in gioco la nostra vita. Se non serviamo, corriamo il rischio di non servire a niente. PAPA SISTO è stato uno che ha servito. Servo dei servi di Dio, un titolo che i Papi non hanno cancellato. Siamo chiamati ad essere servi dei servi. È questo che chiediamo al Signore: nella notte del mondo noi attendiamo la luce.
Il primo piatto è la Parola di Dio. Il Secondo piatto è l'Eucaristia. Ogni volta che celebriamo la Messa è come se anticipassimo il banchetto del cielo. Oggi il Signore è qui, nel cuore della notte lui viene a liberarci.
Questa sera ci soffermiamo sulla TIARA.
La TIARA è il copricapo del Papa. Fino a Paolo VI era il copricapo che veniva utilizzato nel giorno della incoronazione del Papa. Se la si guarda con attenzione, su questo cappello ci sono tre corone. Il Papa, secondo il rituale di San Pio X, veniva incoronato tre volte re: Padre dei Principi e dei re, rettore del mondo e vicario di Cristo in terra. La tiara era il segno della regalità del Papa.
Perché contempliamo la tiara? Cosa significa per il Papa essere re? Cosa significa per il cristiano essere re? Tutti siamo re, dal giorno del nostro battesimo. Dice Gesù che il modo di regnare del Cristiano è il servizio. REGNA CHI SERVE. Il servizio è una grazia speciale che non può essere messa da parte. Sarà chiesto il dono del Servizio. Per poter servire bene bisogna mettere in campo la nostra vita. Noi serviamo bene quando mettiamo in gioco la nostra vita. Se non serviamo, corriamo il rischio di non servire a niente. PAPA SISTO è stato uno che ha servito. Servo dei servi di Dio, un titolo che i Papi non hanno cancellato. Siamo chiamati ad essere servi dei servi. È questo che chiediamo al Signore: nella notte del mondo noi attendiamo la luce.
8 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il piviale: nella bellezza della sinodalità"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il piviale: nella bellezza della sinodalità"
al termine, Novena tradizionale
Dall'omelia di don Emanuele Petrone, membro dell'equipe sinodale della diocesi di Aversa
Ricordate un momento preciso nel quale il Signore si è rivelato nella nostra vita e la vostra vita è cambiata? Ciascuno si porta un momento di incontro. Anche i profeti hanno la loro esperienza alta di incontro. Ezechiele, nella prima lettura, riporta un'esperienza che sancirà la sua missione: incontra il Signore nel modo particolare e gli chiederà di fare delle cose. Ezechiele vede il Signore come luce andare sui luoghi della deportazione: Israele ė stato preso e portato da un'altra parte, a Babilonia. Ezechiele vedeva il Signore andare come luce a Babilonia. Nei momenti spiacevoli nella nostra vita, dove qualcuno con la forza ci costringe a fare cose, il Signore si fa presente. Dio ha un peso nella nostra vita e si fa vedere come luce. Gli israeliti hanno continuato a soffrire, ma hanno riconosciuto il Signore soffrire con loro. |
Il Signore ė presente con chi è nella tribolazione. Nella nostra sofferenza abbiamo sicuramente visto la luce "pesante" di Dio. Nel Vangelo di Matteo si dice che il figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini. Questo Dio salva consegnando se stesso, salva l'umanità. L'esperienza della salvezza che facciamo in Gesù è una esperienza altissima di amore.
Il piviale è una sorta di mantello che i sacerdoti indossano in alcune occasioni liturgiche. Il piviale ha a che fare con la pioggia. Nel medioevo si facevano le processioni che erano molto lunghe e il piviale era una copertura. Il Mantello è l'esperienza dell'abbraccio, serve per proteggerci dai colpi di vento. Il Signore nella nostra vita ci protegge dai colpi di vento. Spesso questo abbraccio che il Signore ci dà è un abbraccio che sicuramente dà calore.
Il mantello ha anche il valore della dignità. Il mantello ha il valore dell'autorità, come principi e re.
Il mantello può ricordare alla Chiesa che la sua autorità è una autorità di servizio. Autorità per servire gli ultimi. La Chiesa in Sinodo ci ricorda che il popolo ha bisogno di essere rinnovato nella dignità. La gente ha bisogno di sentirsi rimotivata nella dignità. Dare calore agli ultimi, agli emarginati, agli esclusi, ai sofferenti. Che il piviale di San Sisto sia simbolo di gratuità e servizio verso i fratelli, così come il Signore ha dato la sua vita, gratuitamente.
Il piviale è una sorta di mantello che i sacerdoti indossano in alcune occasioni liturgiche. Il piviale ha a che fare con la pioggia. Nel medioevo si facevano le processioni che erano molto lunghe e il piviale era una copertura. Il Mantello è l'esperienza dell'abbraccio, serve per proteggerci dai colpi di vento. Il Signore nella nostra vita ci protegge dai colpi di vento. Spesso questo abbraccio che il Signore ci dà è un abbraccio che sicuramente dà calore.
Il mantello ha anche il valore della dignità. Il mantello ha il valore dell'autorità, come principi e re.
Il mantello può ricordare alla Chiesa che la sua autorità è una autorità di servizio. Autorità per servire gli ultimi. La Chiesa in Sinodo ci ricorda che il popolo ha bisogno di essere rinnovato nella dignità. La gente ha bisogno di sentirsi rimotivata nella dignità. Dare calore agli ultimi, agli emarginati, agli esclusi, ai sofferenti. Che il piviale di San Sisto sia simbolo di gratuità e servizio verso i fratelli, così come il Signore ha dato la sua vita, gratuitamente.
9 agosto 2022
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il fermaglio sul petto: con la passione per le sorti di tutti gli uomini"
al termine, Novena tradizionale
ore 19:00 Confessioni e Rosario
ore 19:30 Santa Messa con riflessione sul tema "Il fermaglio sul petto: con la passione per le sorti di tutti gli uomini"
al termine, Novena tradizionale
Dall'omelia di don Pasquale Rubino, parroco della parrocchia S. Maria Assunta di Aife
Questa sera si conclude il percorso di riscoperta dell'immagine di San Sisto, che ci ha portato a riscoprire il volto di Cristo. È da Cristo che bisogna ripartire. C'è un fermaglio sul petto che è la sintesi di questo percorso. Quel fermaglio è il punto dove tutti dovremmo convogliare. Partirei da una domanda. Chi sono i santi? Sono quelli che hanno fatto passare, attraverso la loro testimonianza, la vita di Cristo. La santità e un cammino che si fa giorno per giorno, per vivere la verità e la trasparenza. Potremmo essere aiutati dell'apostolo Paolo che negli atti degli Apostoli ci porta la testimonianza. A conclusione del suo cammino dice di aver servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove. |
Il Signore ci chiede la passione, quella passione che i santi hanno avuto nel portare a termine la loro missione. Dio non ci ha creati cattivi ma buoni e in quella bontà deve emergere la nostra santità. La perseveranza nasce proprio dalla passione. Pensiamo alle mamme che devono portare avanti i figli disabili. Non è forse santità quella? All'interno delle famiglie ci sono figure straordinarie, figli straordinari.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ci ricorda che spesso facciamo emergere l'io e non il noi. Dobbiamo mettere insieme quello che ognuno di noi può fare. Coinvolgere tutti. Le grandi operazioni le fanno i piccoli. Riscopriamo la passione e l'impegno attraverso la vocazione. Ma io posso essere santo? I santi sono coloro che hanno dato il massimo e il meglio che c'è. San Sisto con quel fermaglio sul petto ci ricorda che anche noi possiamo essere santi, come lui che ha fatto tutto per amore della sua gente e del suo popolo.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ci ricorda che spesso facciamo emergere l'io e non il noi. Dobbiamo mettere insieme quello che ognuno di noi può fare. Coinvolgere tutti. Le grandi operazioni le fanno i piccoli. Riscopriamo la passione e l'impegno attraverso la vocazione. Ma io posso essere santo? I santi sono coloro che hanno dato il massimo e il meglio che c'è. San Sisto con quel fermaglio sul petto ci ricorda che anche noi possiamo essere santi, come lui che ha fatto tutto per amore della sua gente e del suo popolo.
Le iniziative realizzate dalla parrocchia per San Sisto I
La Novena in onore di San Sisto I, composta dal Mo. Alessandro Vessella (II)
In occasione del restauro della tela di Angelo Maria Porfirio, il vescovo di Alife (1703-1730) protagonista del ritrovamento e della ricognizione delle ossa del patrono San Sisto I, e in vista dell'apertura del terzo centenario di tali eventi (avvenuti nel 1716), il 9 agosto 2015, la corale ha presentato ed eseguito altre due strofe (la settima e la nona) del Novenario in onore di San Sisto I, composte dal Maestro Alessandro Vessella (la seconda era stata già ritrovata ed eseguita dalla corale nel 1985). I manoscritti delle due strofe sono stati ritrovati dopo una ricerca condotta dalla corale con l'aiuto e la disponibilità dell'Associazione Storica del Medio Volturno, che custodisce i manoscritti delle opere giovanili del Vessella. Presentazione dell'opera data durante la manifestazione dal direttore del coro.(download) |
Il coro durante il concerto.
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Traslazione di San Sisto I, papa e martire
In occasione del III centenario del ritrovamento delle ossa di San Sisto I, papa e martire, la corale partecipa alla sacra rappresentazione in tre atti "La traslazione di San Sisto I, papa e martire", da un manoscritto di anonimo del XIX secolo ritrovato nell'archivio della cattedrale di Alife da don Emilio Salvatore.
La storia narrata, rappresentata per la prima volta il 13 agosto 1987 dalla compagnia "Il Segno" dell'Azione Cattolica, è ambientata nel 1131. Alife, città normanna, governata dal conte Rainulfo della famiglia Quarrel-Drengot, accorso in aiuto di Anacleto II a Roma, è devastata dalla peste. Il morbo spaventa le autorità della città, atterrisce Matilde, la debole contessa, sorella di Ruggero II, re di Sicilia, colpisce il Contino e tutto il popolo, sorretto e assistito dal vescovo Ruberto e dai Fratelli. Dopo varie vicende, in un alternarsi continuo di speranze e di timori, di fede e ciarlatanerie, il ritorno del signore d'Alife e l'arrivo delle Reliquie di S. Sisto, dopo essere state in parte lasciate anche nella città di Alatri in segno di fratellanza, perché anch'essa oppressa dalla peste, recano la pace e la salvezza fisica e spirituale all'antica e religiosa Città.
In occasione del III centenario del ritrovamento delle ossa di San Sisto I, papa e martire, la corale partecipa alla sacra rappresentazione in tre atti "La traslazione di San Sisto I, papa e martire", da un manoscritto di anonimo del XIX secolo ritrovato nell'archivio della cattedrale di Alife da don Emilio Salvatore.
La storia narrata, rappresentata per la prima volta il 13 agosto 1987 dalla compagnia "Il Segno" dell'Azione Cattolica, è ambientata nel 1131. Alife, città normanna, governata dal conte Rainulfo della famiglia Quarrel-Drengot, accorso in aiuto di Anacleto II a Roma, è devastata dalla peste. Il morbo spaventa le autorità della città, atterrisce Matilde, la debole contessa, sorella di Ruggero II, re di Sicilia, colpisce il Contino e tutto il popolo, sorretto e assistito dal vescovo Ruberto e dai Fratelli. Dopo varie vicende, in un alternarsi continuo di speranze e di timori, di fede e ciarlatanerie, il ritorno del signore d'Alife e l'arrivo delle Reliquie di S. Sisto, dopo essere state in parte lasciate anche nella città di Alatri in segno di fratellanza, perché anch'essa oppressa dalla peste, recano la pace e la salvezza fisica e spirituale all'antica e religiosa Città.
Alife canta San Sisto
Su iniziativa dell'Azione Cattolica, incide la musicassetta con tutti i canti della tradizione popolare dedicati a San Sisto I, patrono della città di Alife e della diocesi di Alife-Caiazzo.
Introduzione alla musicassetta
Cantare qualcuno, già nella vita comune e nell'arte, implica amarlo, sentirlo come parte della propria vita, della propria storia.
Perciò S. Sisto da otto secoli e mezzo continua ad essere cantato dalla nostra gente.
È un canto antico, che affonda le sue radici nella memoria collettiva e che di generazione in generazione, di padre in figlio, ogni alifano ha sentito affiorare sulle sue labbra.
È un canto corale, che tocca tutti, piccoli e grandi, giovani ed anziani, accomunati dal legame affettivo con il "Venerando Veglio" che col suo sguardo paterno custodisce e ravviva la fede della nostra gente.
Leggi tutto
Su iniziativa dell'Azione Cattolica, incide la musicassetta con tutti i canti della tradizione popolare dedicati a San Sisto I, patrono della città di Alife e della diocesi di Alife-Caiazzo.
Introduzione alla musicassetta
Cantare qualcuno, già nella vita comune e nell'arte, implica amarlo, sentirlo come parte della propria vita, della propria storia.
Perciò S. Sisto da otto secoli e mezzo continua ad essere cantato dalla nostra gente.
È un canto antico, che affonda le sue radici nella memoria collettiva e che di generazione in generazione, di padre in figlio, ogni alifano ha sentito affiorare sulle sue labbra.
È un canto corale, che tocca tutti, piccoli e grandi, giovani ed anziani, accomunati dal legame affettivo con il "Venerando Veglio" che col suo sguardo paterno custodisce e ravviva la fede della nostra gente.
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La Novena in onore di San Sisto I, composta dal Maestro Alessandro Vessella (I)
In occasione del gemellaggio tra le comunità di Alife e quella di Alatri, che hanno come comune patrono San Sisto I, papa e martire, il 10 agosto 1985 il coro restituisce, dopo anni di oblio, alla memoria del popolo alifano il canto di una delle strofe (la seconda) del novenario in onore di San Sisto composto dal M.stro Alessandro Vessella. Il manoscritto fu gentilmente messo a disposizione dall'Associazione Storica del Medio Volturno (ASMV) su iniziativa della parrocchia e dei giovani di Azione Cattolica. Inizia così un percorso di recupero della tradizione devozionale popolare locale di cui si rischiava di perdere la memoria.
Vessella, Alessandro. - Musicista (Alife 1860 - Roma 1929); studiò al conservatorio di Napoli. Svolse (1885-1921) attività di direttore di banda (la Comunale di Roma), riformando gli ordinamenti bandistici e dotando il repertorio di numerose sue trascrizioni di musiche classiche e moderne. [Fonte: Treccani.it]
In occasione del gemellaggio tra le comunità di Alife e quella di Alatri, che hanno come comune patrono San Sisto I, papa e martire, il 10 agosto 1985 il coro restituisce, dopo anni di oblio, alla memoria del popolo alifano il canto di una delle strofe (la seconda) del novenario in onore di San Sisto composto dal M.stro Alessandro Vessella. Il manoscritto fu gentilmente messo a disposizione dall'Associazione Storica del Medio Volturno (ASMV) su iniziativa della parrocchia e dei giovani di Azione Cattolica. Inizia così un percorso di recupero della tradizione devozionale popolare locale di cui si rischiava di perdere la memoria.
Vessella, Alessandro. - Musicista (Alife 1860 - Roma 1929); studiò al conservatorio di Napoli. Svolse (1885-1921) attività di direttore di banda (la Comunale di Roma), riformando gli ordinamenti bandistici e dotando il repertorio di numerose sue trascrizioni di musiche classiche e moderne. [Fonte: Treccani.it]
L'inno a San Sisto
In occasione del 270° anniversario dell'invenzione delle reliquie e della benedizione della nuova effigie del patrono San Sisto (essendo stata quella precedente trafugata nel 1984), il coro compone un nuovo inno per San Sisto: uno stimolo alla preghiera, alla riflessione e, soprattutto all'accoglienza del messaggio straordinario ed attuale di comunione, partecipazione e missione che San Sisto offre a tutta la chiesa di Cristo che è in Alife. Da allora l'inno è entrato nella memoria e nel cuore del popolo che lo ha fatto proprio.
Scarica il volantino dell'epoca.
In occasione del 270° anniversario dell'invenzione delle reliquie e della benedizione della nuova effigie del patrono San Sisto (essendo stata quella precedente trafugata nel 1984), il coro compone un nuovo inno per San Sisto: uno stimolo alla preghiera, alla riflessione e, soprattutto all'accoglienza del messaggio straordinario ed attuale di comunione, partecipazione e missione che San Sisto offre a tutta la chiesa di Cristo che è in Alife. Da allora l'inno è entrato nella memoria e nel cuore del popolo che lo ha fatto proprio.
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